REGALO DI NATALE
Nada e Massimo Zamboni - L'apertura (EDEL, novembre 2005)
di nickdet
Tanto sorprendente e bello fu il tour imbastito da Nada e Zamboni la scorsa stagione, che certo meritava una testimonianza discografica. Naturalmente manca a questo L?apertura la "presenza" scenica della cantante toscana, corpo da bambola tenera e sciroccata, logora e sensuale, folle e bambina, bella di vita ormai sbrigliata, irrecuperabile. Se volete, una Marianne Faithful nostrana, e senza paura di esagerare. Zamboni invece, penso lo sappiate, sul palco è uno inversamente proporzionale alla densità di quello che suona: se solo potesse, se ne starebbe volentieri dietro le quinte a ordire i suoi incubi e i suoi stupori sonici. Ma a noi sta bene così, e a Nada credo pure, visto come le sue canzoni ? sette su undici in scaletta ? si giovano di quelle rifrazioni sintetiche, di quell?ululato "interiore" di chitarra, dei ruggiti e degli ologrammi. Interferenze estetiche che ben si sposano con la poetica da "malanima", traslandola su un piano di allarmante attualità. Più che emblematiche in questo senso Chiedimi quello che vuoi e Tutto l?amore che mi manca, dove l?asprezza accorata della cantautrice trova carburante e comburente nei bassi turgidi, nelle trame radenti e scabre di tastiere e chitarre, oppure ? soprattutto ? quando nella conclusiva Le mie madri la teatralità si consuma visionaria e febbricitante tra robotici tribalismi e pulsazioni motorizzate.
I pezzi firmati Zamboni a loro volta guadagnano in fisicità, s?inclinano blues con fare ombroso e acido (Da solo), masticano punk la desolante afflizione (Ultimo volo America, che nell?originale era allucinata profezia), sottolineano l?ebbrezza sofferta della questione (Miccia prende fuoco, con breve intro - recitato dallo stesso chitarrista - che rafforza i sospetti di "dedica nascosta" al Ferretti). Resta da dire di quella Trafitto che, da buon fantasma CCCP, è uno schiaffo teso e cupo, mitigato però da una certa dose di saggezza, l?invettiva resa più vulnerabile e passionale da una Nada ben calata nella parte (di alter-ego di Zamboni, come un tempo Ferretti). Bel disco in definitiva. Ben registrato, ben suonato, ben interpretato.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home