C’è qualcosa in John Fante che mi tortura l’anima per la bellezza. Stanotte, in preda ad un’insonnia letteraria, ho letto e riletto le prime pagine di Aspetta primavera, Bandini. Una ventina di pagine appena, l’inizio, quello in cui facciamo conoscenza con Svevo Bandini, un uomo disgustato, un uomo che è vittima del sole abruzzese in una terra innevata e straniera. Un uomo che si gioca gli ultimi dieci dollari all’Imperial Poolhall, poi arriva a casa e il troppo amore della moglie (ma quant’è sciocco per una moglie amare tanto un uomo…) lo fa sentire in colpa, così la possiede e con violenza, perché fuori fa freddo e quella donna è un stufetta, e anche se Maria non ha preso il diploma sa leggere il dolore del suo uomo in base all’intensità della sua passione.
Maria è bianca, così bianca che si perderebbe nella neve se vi cadesse dentro assieme al suo rosario, bianca tiepida e fremente. Ama il suo uomo, lo desidera (desidera persino le macchie sulle sue mutande) e lo accoglie tutte le notti che dio manda in terra. Poi prega, prega per l’anima di Svevo e dei suoi figli, ché Maria conosce bene il significato della parola anima: un’anima è una cosa immortale su cui è inutile discutere, l’anima, qualunque cosa sia, è immortale. Ma Dio cane!, impreca nel mentre Svevo Bandini, come ho fatto a perdere i nostri ultimi dieci dollari alla Poolhall?, come aveva fatto a spaccare la slitta di Arturo che giocava nel cortile di casa? Casa che, dio li perdoni, non era neanche loro.
Alle cinque Svevo si sveglia, tira su la veneziana e si veste per andare a spalar la neve. Si sta infilando le braghe quando Maria apre gli occhi, mezzo addormentata, e lo chiama: “Svevo”, dice. E lui: “Dormi. Che questa è l’ora per gli uomini di svegliarsi e per le donne di dormire”, allora lei si volta dall’altra parte – il rosario inerte tra le mani è rimasto impigliato – e si riaddormenta. Svevo, finalmente solo con la giornata appena sorta, e mucchi di neve da spalare, ha freddo e le scarpe sfondate. Anche quella mattina le rattoppa con dei pezzi di cartone di una scatola di pasta. Pasta che non è stata pagata.
John Fante non è uno scrittore ma un mondo intero, un mondo sotterraneo e nascosto, buio e pieno di vita. Magari bisogna evitare di frequentarlo di notte, in momenti non esattamente dorati nè, tantomeno, da ubriachi. O forse soprattutto in queste situazioni, che tanto da imparare c'è niente, mai, ma da sentire, provare e sgranare gli occhi...hai voglia. Consiglio non letterario: Stefano Bollani, pianista, anche lui discretamente e non banalmente vivo.
ok...che estate strana....ci stiamo allontanando molto...segn dei tempi..... siamo l'unico gruppo di amici che si frequesta da 2o anni.....ora sembra che tutti abbiamo tanto da fare...giusto..... amici e compagni...no disperdiamo la nostra capacità di stare insieme...che ha superato ogni ostacolo di ogni genere. proporngo..un vertice urgente....con ron sulla mia piscina" i comunisti con la piscina" ehehehe ok carissimi amici dobbiamo sriamente discutere dell'evento DEL 5 SETTEMBRE..SERVE UN GRANDE SFORZO ORGANIZZATIVO E UN POC HITO ECONOMICO dev'e essere la migliore..la piu' bella la piu' trasgressiva dei nostri tanti appuntamenti di oltre 20 anni.. decidiamo quando...ma vediamoci e definiamo tutto il programma...SENZA ECCEZIONE ALCUNA... SABATO 9 POTREBBE ESSERE LA SERATA INDICATA. FATEMI SAPERE CI C'E' E' CHIARO CHE NON DOVREBBE MANCARE NESSUNO. CIAO ASPETTO NOTIZIE. RAFAEL IL CUBANO
purtoppo......e' finito anche il blog...ok la serata che proponevo e rinviata come pure la festa del 5 settembre.....meglio andarsi a fare un viaggio per perdere tempo qui....CI VEDIAMO...QUANDO ABBIAMO TEMPO DIPONIBILE...BUONE VACANZE
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C’è qualcosa in John Fante che mi tortura l’anima per la bellezza. Stanotte, in preda ad un’insonnia letteraria, ho letto e riletto le prime pagine di Aspetta primavera, Bandini. Una ventina di pagine appena, l’inizio, quello in cui facciamo conoscenza con Svevo Bandini, un uomo disgustato, un uomo che è vittima del sole abruzzese in una terra innevata e straniera. Un uomo che si gioca gli ultimi dieci dollari all’Imperial Poolhall, poi arriva a casa e il troppo amore della moglie (ma quant’è sciocco per una moglie amare tanto un uomo…) lo fa sentire in colpa, così la possiede e con violenza, perché fuori fa freddo e quella donna è un stufetta, e anche se Maria non ha preso il diploma sa leggere il dolore del suo uomo in base all’intensità della sua passione.
Maria è bianca, così bianca che si perderebbe nella neve se vi cadesse dentro assieme al suo rosario, bianca tiepida e fremente. Ama il suo uomo, lo desidera (desidera persino le macchie sulle sue mutande) e lo accoglie tutte le notti che dio manda in terra. Poi prega, prega per l’anima di Svevo e dei suoi figli, ché Maria conosce bene il significato della parola anima: un’anima è una cosa immortale su cui è inutile discutere, l’anima, qualunque cosa sia, è immortale. Ma Dio cane!, impreca nel mentre Svevo Bandini, come ho fatto a perdere i nostri ultimi dieci dollari alla Poolhall?, come aveva fatto a spaccare la slitta di Arturo che giocava nel cortile di casa? Casa che, dio li perdoni, non era neanche loro.
Alle cinque Svevo si sveglia, tira su la veneziana e si veste per andare a spalar la neve. Si sta infilando le braghe quando Maria apre gli occhi, mezzo addormentata, e lo chiama: “Svevo”, dice. E lui: “Dormi. Che questa è l’ora per gli uomini di svegliarsi e per le donne di dormire”, allora lei si volta dall’altra parte – il rosario inerte tra le mani è rimasto impigliato – e si riaddormenta. Svevo, finalmente solo con la giornata appena sorta, e mucchi di neve da spalare, ha freddo e le scarpe sfondate. Anche quella mattina le rattoppa con dei pezzi di cartone di una scatola di pasta. Pasta che non è stata pagata.
John Fante non è uno scrittore ma un mondo intero, un mondo sotterraneo e nascosto, buio e pieno di vita.
Magari bisogna evitare di frequentarlo di notte, in momenti non esattamente dorati nè, tantomeno, da ubriachi.
O forse soprattutto in queste situazioni, che tanto da imparare c'è niente, mai, ma da sentire, provare e sgranare gli occhi...hai voglia.
Consiglio non letterario: Stefano Bollani, pianista, anche lui discretamente e non banalmente vivo.
su questo discretamente vivo...sorge una domanda..scusate se riporto la discussione terra terra...ma puzza sto bollani?
... e poi il Naoli ha una nuova punta, Erwin Hoffer, 22 anni, attaccante del Rapid Vienna,punta dinamica e molto rapida....
aaah ora si che siete messi bene per il campinato...
sempre per tenere il discorso terra-terra...
ok...che estate strana....ci stiamo allontanando molto...segn dei tempi.....
siamo l'unico gruppo di amici che si frequesta da 2o anni.....ora sembra che tutti abbiamo tanto da fare...giusto.....
amici e compagni...no disperdiamo la nostra capacità di stare insieme...che ha superato ogni ostacolo di ogni genere.
proporngo..un vertice urgente....con ron sulla mia piscina" i comunisti con la piscina" ehehehe ok carissimi amici dobbiamo sriamente discutere dell'evento DEL 5 SETTEMBRE..SERVE UN GRANDE SFORZO ORGANIZZATIVO E UN POC HITO ECONOMICO dev'e essere la migliore..la piu' bella la piu' trasgressiva dei nostri tanti appuntamenti di oltre 20 anni..
decidiamo quando...ma vediamoci e definiamo tutto il programma...SENZA ECCEZIONE ALCUNA...
SABATO 9 POTREBBE ESSERE LA SERATA INDICATA.
FATEMI SAPERE CI C'E' E' CHIARO CHE NON DOVREBBE MANCARE NESSUNO. CIAO ASPETTO NOTIZIE. RAFAEL IL CUBANO
purtoppo......e' finito anche il blog...ok
la serata che proponevo e rinviata come pure la festa del 5 settembre.....meglio andarsi a fare un viaggio per perdere tempo qui....CI VEDIAMO...QUANDO ABBIAMO TEMPO DIPONIBILE...BUONE VACANZE
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