Bradipo Life Style

sabato, ottobre 30, 2010

Auguri Diego Armando Maradona...



Io me le ricordo le immagini di te al Barcellona che Crt34 mandava in onda senza sosta quella sera d’estate quando il Tg1 annunciò che eri nostro. Del Napoli. Non c’era Internet, all’epoca, mi sa che Bill Gates era solo un presuntuosetto. Poco più. Noi sapevamo di te leggendo il Corriere dello Sport. Ci facesti impazzire ancor prima di arrivare, come quei bimbi che tirano tanti calci al pancione della mamma e la poveretta soffre in silenzio: già lo sa quanto dovrà penare per amore.
Ricordo che cercavo di imitare il tuo salto dopo il gol. Comprai i biglietti per quella giornata di presentazione: mille lire le curve, duemila i distinti, tremila le tribune. Ma tu cambiasti giorno, spostarono di ventiquattro ore credo. E noi si doveva partire per le vacanze. Quasi piansi, però in cambio da quattordicenne ottenni di fare l’abbonamento. Il mio primo abbonamento. Settore Distinti. Tutto per te.
A quel tempo il pallone si rivedeva d’agosto, in Coppa Italia. E ricordo le facce di quelli che presero l’automobile e ti vennero a vedere contro l’Arezzo. Padri di famiglia che l’indomani sulla spiaggia erano senza parole. Già con gli occhi pieni di lacrime. Io la prima volta ti vidi contro la Sampdoria. Finì 1-1, segnò Salsano, poi pareggiasti tu su rigore. C’era sistematicamente la doppia fila sui gradoni del san Paolo. In tre quando la partita era importante. Contro il Como ti involasti e la mettesti all’incrocio. Quell’anno allo stadio andavo con mio zio Augusto. Lui non esultava, si metteva solo le mani nei capelli. E io non capivo. Io non capivo perché tutti quegli adulti erano increduli. Per me era la normalità, in fondo credevo che sarebbe stato sempre così. Sì, me li ricordo i Catellani, i Tesser, i Dal Fiume, gli Agostinelli, però era roba sbiadita. Tu avevi spazzato via tutto.
Io me li ricordo gli adulti piangere come bimbi quel giorno in cui da sotto terra tirasti quella punizione all’incrocio dei pali. Quell’anno, il secondo, ero in curva B: grazie a te avevo coronato il mio sogno di vedere le partite da lì. Pioveva come dio la mandava. E c’era la Juventus. Io esultai, poi mi guardai attorno e capii che non potevo capire. Pioveva e la gente chiuse gli ombrelli. Bagniamoci, bagniamoci tutti. E moriamo qua, ma davvero. Tornai a casa e raccontai di adulti in ginocchio in lacrime. Per me battere la Juventus era quasi normale: eravamo più forti. Per loro non, non poteva essere normale.
Poi il resto è storia. E’ impossibile spiegare che cosa sei stato per noi. Il pomeriggio si andava al campo Paradiso, a Soccavo, o sotto casa tua. E chissenefrega se la bellina della seconda voleva uscire. C’eri tu. Quel tuo tirare le ginocchia al petto quando eri nel centrocampo prima di cominciare la partita. Quel poveretto del numero undici che non poteva mai ascoltare il suo nome gridato dallo speaker: si finiva al dieci, si poteva giocare uno in meno. Quei canti dedicati solo a te. Quella musicassetta con due canzoni: Maradona è meglio ‘e Pelè, e ‘o Tango ‘e Maradona. Ancora adesso le so a memoria.
Quanto tempo rimasi sul divano quando a Tolosa tirasti quel rigore sul palo. E che bello sentire tutte quelle grida quando in America levasti quella ragnatela alla porta della Grecia. Napoli non ti aveva dimenticato. Nessuno ti ha mai dimenticato. Eppure, stavolta, come ha scritto Ilaria, io non ti volevo festeggiare. Basta. Basta col passato, con un passato che non può tornare. Volevo guardare avanti. Ma non ce l’ho fatta. Col tempo mi è stato chiaro perché all’epoca l’esultanza dei grandi non era mai piena, sempre con una venatura di tristezza: sapevano che sarebbe finita, che dopo di te sarebbe tornato il deserto. Si trattenevano per non abituarsi. Per non soffrire troppo, dopo.
Auguri, Diego. E grazie di tutto.

Massimiliano Gallo

a me solo il ricordo delle partite alla radio ascoltate facendo giri e giri del palco mi fa venire i brividi...auguri Diego!!!

venerdì, ottobre 29, 2010

destinazione Tataguine...




Avviso ai Bls!!
Per chi viene in Senegal ricordo che con doppia valigia si possono portare fino a 40kg quindi per chi resta e vuole è possibile inviare qualcosa per i bambini di Tataguine.
Vestitini usati e articoli per colorare, insieme a quaderni sono molto ben accetti!!

nb: domani sera wine bar Sant'Agnello brindiamo al compleanno mio ed a quello di Diego (non quello di Susy chiaramente).

martedì, ottobre 26, 2010

Auguri Careca!

mercoledì, ottobre 20, 2010

Terzigno...Italia...



Terre tra le più fertili d'Italia, alle pendici del Vesuvio, famose per il vino Lacryma Christi, si stanno trasformando in discariche e manganelli.
"Forse non lo sai, ma sei anche tu di Boscoreale, e di Terzigno. Accetteresti che, con la forza di una legge e di una manganellata, ti venisse imposto di far respirare ai tuoi figli le esalazioni letali e maleodoranti di milioni di tonnellate di spazzatura? Forse a te non brucia l’incapacità e il (dis)interesse di una cricca di strapagati incompetenti? Accetteresti di pagare con la tua salute o con quella dei tuoi figli le loro cambiali elettorali, e le loro connivenze, e le loro ville? A te un tumore e a loro una barca? Forse a te non brucia la vista di donne e mamme e padri vestiti a lutto, che chiedono di vivere, che chiedono di essere ascoltati, che chiedono di non essere seppelliti da un mare di percolato, ingiustizie e bugie? Accetteresti che un politico o un giornalista ti chiedesse “perché quando ad inquinare era la camorra non protestavi ed ora che a farlo è lo Stato stai facendo tutto questo casino”? Non vorresti chiedergli dov’erano lui e lo Stato mentre tu, la vittima di sempre, eri lì ad aspettare che qualcuno ti salvasse? Allora forse non lo sai, ma anche se sei di Boscoreale o Terzigno, non sei né di Boscoreale né di Terzigno. Aiutateci, aiutiamoci, portate e portiamo in strada la nostra dignità ed il nostro diritto di essere uomini, vivi, a Boscoreale, a Terzigno, come in qualsiasi altra parte del mondo. Basta rifiuti, basta manganellate, basta bugie, vogliamo solo vivere. Venite a vedere con i vostri occhi quello che succede, anche solo per cinque minuti, capirete cosa vuol dire MENTIRE A RETI UNIFICATE".
Francesco Paolo Oreste. Monica C. FRATTAMAGGIORE

lunedì, ottobre 18, 2010

destinazione Dakar.....

martedì, ottobre 12, 2010

è lui o non è lui?

giovedì, ottobre 07, 2010

AUGURISSIMI A ZIONELLO

E adesso aspetto 10 buoni propositi per in tuoi 40 anni !!!!
Tutti entro i prossimi 4 mesi.... e vaiiiiiii

mercoledì, ottobre 06, 2010

meno 1......

lunedì, ottobre 04, 2010

periodo di compleanni!!!



NAPOLI (4 ottobre) - Buon compleanno Careca. Chissà come preferisce festeggiare i cinquant' anni, oggi, il signor Antonio De Oliveira Filho, che a ventisette anni, da centravanti del San Paolo, decise di fare le valigie e di venire a Napoli. Era l'estate del 1987. Il club brasilano per convincerlo a non andare via gli donò anche una mucca ed un cavallo da corsa della migliore razza sudamericana, la "Mancalarga". Un affare che Ferlaino e i suoi manager conclusero con una mossa a sorpresa, una scrittura privata che cosentì al bomber della nazionale gialloverde di trasferirsi a Napoli per "appena" quattro miliardi e mezzo delle vecchie lire. Uno dei più grandi affari dell'ingegnere-presidente. A Napoli passa sei stagioni (con 73 gol). Aiuta a vincere uno scudetto e la coppa Uefa.

Con Giordano e Maradona formò uno dei più forti incredibili attachi del Napoli. Durò solo un anno, perché Giordano alla fine della stagione 1987/88 andò via. Epurato.

Ma quanta allegria, quanta pura gioia del gioco e della bellezza. Buono in tutti i fondamentali, aveva la specialità del tiro in corsa: sempre in diagonale. Quanti gol di destro, sinistro, testa, al volo, in rovesciata, di controbalzo, quante punizioni. Perché Antonio Careca era tutto, era un po' Van Basten e un po' Altafini, cominciava l'azione e la chiudeva, chiamava il triangolo e lo serrava, raccoglieva un tocco, un rimbalzo. Auguri. Magari intonando quel coro: "o' carè carè care tira la bomba tira la bomba"