Bradipo Life Style

lunedì, aprile 21, 2008

l'Avere

Resta, al sommo di tutto, questa capacità di tenerezzaQuesta perfetta intimità con il silenzioResta questa voce intima che chiede perdono di tutto:- Pietà! perché essi non hanno colpa d'esser nati...Resta quest'antico rispetto per la notte, questo parlar fiocoQuesta mano che tasta prima di stringere, questo timoreDi ferire toccando, questa forte mano d'uomoPiena di dolcezza verso tutto ciò che esiste.Resta quest'immobilità, questa economia di gestiQuest'inerzia ogni volta maggiore di fronte all'infinitoQuesta balbuzie infantile di chi vuol esprimere l'inesprimibileQuesta irriducibile ricusa della poesia non vissuta.Resta questa comunione con i suoni, questo sentimentoDi materia in riposo, questa angustia della simultaneitàDel tempo, questa lenta decomposizione poeticaIn cerca d'una sola vita, una sola morte, un solo Vinícius.Resta questo cuore che brucia come un ceroIn una cattedrale in rovina, questa tristezzaDavanti al quotidiano; o quest'improvvisa allegriaDi sentir passi nella notte che si perdono senza memoria...Resta questa voglia di piangere davanti alla bellezzaQuesta collera di fronte all'ingiustizia e all'equivocoQuesta immensa pena di se stesso, questa immensaPena di se stesso e della sua forza inutile.Resta questo sentimento dell'infanzia sventratoDi piccole assurdità, questa sciocca capacitàDi rider per niente, questo ridicolo desiderio d'esser utileE questo coraggio di compromettersi senza necessità.Resta questa distrazione, questa disponibilità, questa vaghezzaDi chi sa che tutto è già stato come è nel tornar ad essereE allo stesso tempo questa volontà di servire, questa contemporaneità Con il domani di quelli che non ebbero ieri né oggi.Resta questa incoercibile facoltà di sognareDi trasformare la realtà, dentro questa incapacitàDi non accettarla se non come è, e quest'ampia visioneDegli avvenimenti, e questa impressionanteE non necessaria prescienza, e questa memoria anterioreDi mondi inesistenti, e questo eroismoStatico, e questa piccolissima luce indecifrabileCui i poeti a volte danno il nome di speranza.
Resta questo desiderio di sentirsi uguale a tuttiDi riflettersi in sguardi senza curiosità e senza storiaResta questa povertà intrinseca, questa vanitàDi non voler essere principe se non del proprio regno.Resta questo dialogo quotidiano con la morte, questa curiositàDi fronte al momento a venire, quando, di frettaElla verrà a socchiudermi la porta come una vecchia amanteSenza sapere che è la mia ultima innamorata.
vinicio de moraes

6 Comments:

Blogger AntonioCareca said...

i capit' che ritt???

martedì, aprile 22, 2008 8:51:00 AM  
Blogger cardinalmendoza said...

...bene grazie buonasera...

martedì, aprile 22, 2008 10:58:00 AM  
Blogger ManannanMcLyr said...

Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero… Bisogna imparare a star da sè e aspettare un silenzio, ogni tanto essere felici di avere in tasca soltanto le mani. Andare lenti è incontrare cani senza travolgerli, è dare i nomi agli alberi, agli angoli, ai pali della luce, è trovare una panchina, è portarsi dentro i propri pensieri lasciandoli affiorare a seconda della strada, bolle che salgono a galla e che quando son forti scoppiano e vanno a confondersi al cielo. E’ suscitare un pensiero involontario e non progettante, non il risultato dello scopo e della volontà, ma il pensiero necessario, quello che viene su da solo, da un accordo tra mente e mondo… Andare lenti è… una scarsità che non si vergogna, una fontana pubblica, una persiana con occhi nascosti all’ombra… Andare lenti vuol dire avere un grande armadio per tutti i sogni, con grandi racconti per piccoli viaggiatori, teatri plaudenti per attori mediocri, il desiderio attraverso gli sguardi, poche parole capaci di vivere nel deserto, la scomparsa della folla variopinta delle merci e il tornar grande delle cose necessarie… Andare lenti è il filosofare di tutti, vivere ad un’altra velocità, più vicini agli inizi e alle fini, laddove si fa l’esperienza grande del mondo, appena entrati in esso o vicini al congedo. Andare lenti significa poter scendere senza farsi male, non annegarsi nelle emozioni industriali, ma essere fedeli a tutti i sensi, assaggiare con il corpo la terra che attraversiamo… Si ospitano più altri quando si guarda un cane, un’uscita da scuola, un affacciarsi al balcone…. che in un volare, in un faxare, in un internettare… Bisogna sin da adesso camminare, pensare a piedi, guardare lentamente le case, scoprire quando il loro ammucchiarsi diventa volgare, desiderare che dietro di esse torni a vedersi il mare…

martedì, aprile 22, 2008 11:43:00 AM  
Blogger cardinalmendoza said...

eh mo ci mancava pure il Dio del Mare dei Celti....svelati o Dio bagnato...
però ha scritto bene..bravvv

martedì, aprile 22, 2008 12:04:00 PM  
Blogger ManannanMcLyr said...

Il mare è in primo luogo meditazione, una voce impersonale che mette, forse solo per un’assonanza tutta italiana tra mare e are, tutti i verbi all’infinito, un cielo raddoppiato e diventato terrestre, una parete sfondata, un confine libero, un orizzonte che richiama proprio perché sfugge. È da questa linea di fuga che nasce quell’inquietudine che si conosce quando si arriva da soli in una terra di mare : ogni pontile è la tentazione di salpare, di andar via, di inseguire, senza poterla afferrare, la linea utopica dell’orizzonte, è qui che nasce un rapporto più ricco e drammatico con la terra. Non siamo più gli ostaggi di un paesaggio, di un campanile che ci orienta, ci soffoca e ci trattiene come una catena ; il mare opera uno sfondamento che apre la mente all’idea di partenza, all’esperienza di un’infedeltà che rende incerta ma anche più grande e complessa la fedeltà, che inventa la nostalgia, quel dolore e quel desiderio della patria che la fanno diventare interiore, compagna di viaggio di ogni viaggiatore. Rende ogni uomo straniero e ogni straniero un uomo, rende compagna la scissione, ci fa abitare da più di un’anima.

martedì, aprile 22, 2008 12:14:00 PM  
Blogger AntonioCareca said...

bene, bravo, ma un nome più facile no??

martedì, aprile 22, 2008 1:47:00 PM  

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